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Ruber Palus, Palo Rosso, e Priàpo. Un dialogo a due voci tra il professor Tommaso e il dio della fecondità, a tratti ironico a tratti amaro, regala uno sguardo crudo ma pieno d'amore sul Veneto, per una biografia ripercorsa all'ombra della grande storia che, pur se in risonanze private, arriva a porre alla vita di Tommaso continui interrogativi. La cultura cristiana e pagana, il dissidio tra corpo e anima, tra spirito e materia, segnano la vita di Tommaso che, con l'aiuto di Priàpo, cerca liberazione. L'unico barlume di verità è forse racchiuso nella letteratura, che Tommaso invano vuole porgere ai suoi studenti come strumento di salvezza: sono le pagine dei libri a suggerire un senso vero alla vita, mentre di fuori incombono psichici mostri, spaventosi giganti e tutto d'intorno assume una forma bestiale che persino Priàpo, il pagano dio dei campi e della vita, sembra abbandonare.